Affronto la discesa sul ripido pendio di ghiaia fine ed instabile con l'eccitazione e la felicità di un bambino. I primi passi sono prudenti, sondano il terreno, ma subito la frequenza aumenta e si tramutano in balzi sempre più veloci e agili. La concentrazione è massima, i pensieri si annullano, il respiro è frenetico, i battiti cardiaci accelerano. Gli arti inferiori ormai si muovono senza controllo. L'istinto prende il sopravvento, mi guida e mi preserva da una rovinosa caduta. E’ così che assaporo la libertà del camoscio.